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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 6 maggio 2024

Poesiae riflesso

Primavera nel chiostro

Nell'orto del convento
i peschi sono in fiore:
un mite incantamento
tien l'orto del Signore.

Che lieto avvenimento
per le piccole suore,
che hanno un cuore d'argento
e tre spade nel cuore.

Umili, ad una ad una,
bianche come di cera,
discendono nell'orto:

e risorge ad ognuna
come una primavera
nel piccolo cuor morto.

Guelfo Civinini

Sentire il battito del cuore
nel petto che lento ci ama;
in un profumo di fiori e colori
arriva ora violentemente bella...

domenica 5 maggio 2024

Aforisma e riflesso

Fugace 
 
il termine fugace
è un aggettivo 
che indica ciò che fugge,
dura poco o scompare presto.
Si usa in letteratura, economia, botanica e altro.
(TRECCANI)
 
Di vita in vita osservo
soli che credono la luce;
rimane un abbaglia e un sorriso
mentre il nero ci circonda...
 
 Fugaceménte
 
come avverbio significa
in modo rapido, veloce
o per breve tempo: 
passando, mi salutò fugacemente;  
mi soffermai fugacemente su quel pensiero.
(TRECCANI)

sabato 4 maggio 2024

Teodorico tra storia e leggenda

Flavio Teodorico, detto il Grande, più correttamente Flavio Teoderico (in goto Þiudareiks; in greco: Θευδέριχος; in latino Flavius Theoderīcus; Pannonia, 454 – Ravenna, 30 agosto 526), è stato un sovrano ostrogoto. Fu re degli Ostrogoti dal 474 e sovrano del Regno ostrogoto in Italia dal 493 (da wikipedia).

 
La leggenda di Teodorico
 Su 'l castello di Verona
Batte il sole a mezzogiorno,
Da la Chiusa al pian rintrona
Solitario un suon di corno,
Mormorando per l'aprico
Verde il grande Adige va;
Ed il re Teodorico
Vecchio e triste al bagno sta.
Pensa il dí che a Tulna ei venne
Di Crimilde nel conspetto
E il cozzar di mille antenne
Ne la sala del banchetto,
Quando il ferro d'Ildebrando
Su la donna si calò 
E dal funere nefando
Egli solo ritornò.
Guarda il sole sfolgorante
E il chiaro Adige che corre,
Guarda un falco roteante
Sovra i merli de la torre; 
Guarda i monti da cui scese
La sua forte gioventú, 
Ed il bel verde paese 
Che da lui conquiso fu.
Il gridar d'un damigello
Risonò fuor de la chiostra:
— Sire, un cervo mai sí bello
Non si vide a l'età nostra. 
Egli ha i pié d'acciaro a smalto, 
Ha le corna tutte d'òr.
— Fuor de l'acque diede un salto
Il vegliardo cacciator. 
— I miei cani, il mio morello,
Il mio spiedo — egli chiedea;
E il lenzuol quasi un mantello
A le membra si avvolgea.
I donzelli ivano. In tanto
Il bel cervo disparí,
E d'un tratto al re da canto 
Un corsier nero nitrí. 
Nero come un corbo vecchio,
E ne gli occhi avea carboni.
Era pronto l'apparecchio,
Ed il re balzò in arcioni.
Ma i suoi veltri ebber timore E si misero a guair, E guardarono il signore E no 'l vollero seguir. In quel mezzo il caval nero Spiccò via come uno strale E lontan d'ogni sentiero Ora scende e ora sale: Via e via e via e via, Valli e monti esso varcò. Il re scendere vorría, Ma staccar non se ne può. Il più vecchio ed il più fido Lo seguía de' suoi scudieri, E mettea d'angoscia un grido Per gl'incogniti sentieri: — O gentil re de gli Amali, Ti seguii ne' tuoi be' dí, Ti seguii tra lance e strali, Ma non corsi mai cosí. Teodorico di Verona, Dove vai tanto di fretta? Tornerem, sacra corona, A la casa che ci aspetta? — — Mala bestia è questa mia, Mal cavallo mi toccò: Sol la Vergine Maria Sa quand'io ritornerò. —
Altre cure su nel cielo Ha la Vergine Maria: Sotto il grande azzurro velo Ella i martiri covría, Ella i martiri accoglieva De la patria e de la fé; E terribile scendeva Dio su 'l capo al goto re. Via e via su balzi e grotte Va il cavallo al fren ribelle: Ei s'immerge ne la notte, Ei s'aderge in vèr' le stelle. Ecco, il dorso d'Appennino Fra le tenebre scompar, E nel pallido mattino Mugghia a basso il tosco mar. Ecco Lipari, la reggia Di Vulcano ardua che fuma E tra i bòmbiti lampeggia De l'ardor che la consuma: Quivi giunto il caval nero Contro il ciel forte springò Annitrendo; e il cavaliero Nel cratere inabissò. Ma dal calabro confine Che mai sorge in vetta al monte? Non è il sole, è un bianco crine; Non è il sole, è un'ampia fronte Sanguinosa, in un sorriso Di martirio e di splendor: Di Boezio è il santo viso, Del romano senator.
Giosuè Carducci

Leggende, eroici uomini vanno
a condurre genti verso l'ignoto;
fui affascinato e seguace, allora in
un contesto di privazioni anguste...

Una leggenda romantica sulla morte vuole che a Teodorico sia giunta un giorno la notizia che era stata avvistata nei boschi una cerva dalle corna d'oro. Armatosi di arco e frecce, il sovrano s'incamminò alla sua ricerca, ma improvvisamente il cavallo che lo trasportava, imbizzarritosi, cominciò a correre senza fermarsi per l'intera penisola italiana, fino ad arrivare (dopo aver attraversato lo stretto di Messina con un salto spettacolare) al cratere dell'Etna, dentro al quale si gettò con il re in groppa. La leggenda è stata ripresa con qualche variante dal Carducci, che ne scrisse un poemetto in versi a quartina doppia: La leggenda di Teodorico, nella raccolta pubblicata con il titolo Rime nuove. Nella poesia di Carducci, il cavallo si getta in Vulcano e non nell'Etna. Una variante di questa leggenda è quella che narra che Teodorico avesse paura dei fulmini e un giorno, durante un temporale, avesse deciso di fare un bagno nella vasca del suo mausoleo per essere al sicuro. Cadde tuttavia un grosso fulmine sul mausoleo, che ne spaccò la volta creando una crepa a forma di croce e uccidendo Teodorico. Poi dal cielo scese un cavallo nero che lo caricò in groppa e andò a gettarlo nel cratere dell'Etna.

venerdì 3 maggio 2024

Sereni tra poesia e riflesso

La poesia di Vittorio Sereni è stata inizialmente inserita  sia nel modernismo minore (anche per l’influenza di poeti quali Ungaretti e Quasimodo), sia nell’ermetismo fiorentino, mostrando oggetti, situazioni e sentimenti diversamente concreti. 

Diana

Torna il tuo cielo d’un tempo
sulle altane lombarde,
in nuvole d’afa s’addensa
e nei tuoi occhi esula ogni azzurro,
si raccoglie e riposa.
Anche l’ora verrà della frescura
col vento che si leva sulle darsene
dei Navigli e il cielo
che per le rive s’allontana.
Torni anche tu, Diana,
tra i tavoli schierati all’aperto
e la gente intenta alle bevande
sotto la luna distante?
Ronza un’orchestra in sordina;
all’aria che qui ne sobbalza
ravviso il tuo ondulato passare,
s’addolce nella sera il fiero nome
se qualcuno lo mormora
sulla tua traccia.
Presto vien giugno
e l’arido fiore del sonno
cresciuto ai più tristi sobborghi
e il canto che avevi, amica, sulla sera
torna a dolere qui dentro,
alita sulla memoria
a rimproverarti la morte.

Vittorio Sereni

 
E chiederemo ai cuori nostri
un segno di pace, finalmente,
resteremo soli in fronte al buio
come si fece un tempo, lontano...
 
Al senso di inadeguatezza e di smarrimento (che lo accomunano a Montale) sia psicologici che ideologici, Sereni contrappone pochi momenti di gioia, dei veri e propri “scatti” che hanno il volto dell’amore e dell’amicizia, che compensano in parte la  sua delusione  ( soprattutto per il fallimento degli ideali socialisti  e democratici in Italia) e il  suo sentirsi prigioniero della storia. Il poeta incerto non riesce a non sentirsi estraneo nel mondo tanto che affermerà: <<Non lo amo il mio tempo, non lo amo>> (dalla rete).

giovedì 2 maggio 2024

Protocollo cittadino #121 (Asinello)

Asinelli
 
L'asino  è simile al cavallo, ma più piccolo, compatto, è robusto e mansueto, ha le orecchie più lunghe.
Il manto varia a seconda della razza ma è generalmente di colore grigio, salvo il ventre, il muso e il contorno degli occhi che sono invece bianchi.
Alcune razze possono essere prevalentemente di colore nero come l'asino nero di Berry, o brune come l'asino mulattiere del Poitou.
Le razze con un manto grigio hanno anche una croce nera segnata sulla schiena, chiamata "croce di Sant'Andrea".
Anche se il colore del manto è simile, eccetto per il kiang che rimane più rossastro, si distingue dalle specie e sottospecie selvatiche per varie differenze morfologiche di testa, collo e zampe.
Il verso dell'asino è detto "raglio".
(dalla rete)
 
 Asinello

Io sono acqua nel vento
solitudine e pioggia che lava
la terra, la madre, il sole,
come un attimo perduto...

Gujil

 Gli asini, specie i piccoli asinelli, sono animali molto curiosi e amano le attenzioni dei visitatori. Apprezzano molto i “grattini” sulla fronte, sul collo e sulla schiena; non toccateli sul naso per evitare i morsi che possono essere assai dolorosi.

mercoledì 1 maggio 2024

L' ombra della luce


Il deserto della nostra anima ci dice
che l'ombra intorno a noi è insopportabile
solo quando riusciamo e vedere la luce...
 
 Gujil

Figure del passato sfiorano
paesaggi soleggiati e schivi;
la primavera si pone in essere
con luci ed ombre tra i colori...

Se non avessi visto il sole
avrei sopportato l'ombra
ma la luce ha reso il mio deserto
ancora più selvaggio

Emily Dickinson

martedì 30 aprile 2024

Differenza

La differenza
 
Penso e ripenso: – Che mai pensa l'oca
gracidante alla riva del canale?
Pare felice! Al vespero invernale
protende il collo, giubilando roca.
Salta starnazza si rituffa gioca:
né certo sogna d'essere mortale
né certo sogna il prossimo Natale
né l'armi corruscanti della cuoca.
– O pàpera, mia candida sorella,
tu insegni che la Morte non esiste:
solo si muore da che s'è pensato.
Ma tu non pensi. La tua sorte è bella!
Ché l'esser cucinato non è triste,
triste è il pensare d'esser cucinato.

Guido Gozzano 

Differenza 

è un sostantivo femminile che indica la qualità o condizione di una o più cose o persone che sono diverse da quelle che si trovano in rapporto con altre (dalla rete).

Quando è giorno il sole
si sente più caldo al cuore;
nell'immenso che siamo sono
un emozione da nulla, ora...

lunedì 29 aprile 2024

Treno

In treno

Un mandorlo fiorito in un giardino,
tra due nere statue mutilate
che guardavan laggiù il mare in burrasca,
mi accompagnò, durante tutto il viaggio,
con la sua gioia bianca ed odorosa,
traverso le pianure, i monti e le città,
come fosse incollato al finestrino.
Fino alla piccola stazione di campagna,
sussultante di campanelli:
dove affinò i suoi rami
in un grigiore di capelli,
sfiorì rapidamente,
si raccolse e sorrise mestamente
nel volto pallido di mia madre,
che mi attendeva sola
e mi diede sul cuore un bacio santo
che sapeva di cenere e di pianto.

Corrado Govoni 

Nel trasporto ferroviario,
un treno
è una serie di carrozze ferroviarie collegate
che corrono lungo un binario ferroviario e trasportano persone o merci, tipicamente trainate o spinte
da una o più locomotive.
(da wikipedia)

In viaggio ancora verso i ricordi
quelli di un treno, quello col fumo;
amorevoli attenzioni, la luna,
mia madre e carezze lontane...

domenica 28 aprile 2024

Spiriti ostili

L’eclettico e prolifico scienziato e maestro di pensiero esoterico-spirituale Rudolf Steiner (1861-1925) descrisse come esistano esseri spirituali ostili che si nutrono della nostre paura ed ansia (dalla rete).
 
 Spirito ostile

Io vi parlai con l'orgogliosa asprezza
che quasi svela una nemica fiera.
Pur s'appagava un desiderio, ed era
pur quello un lungo sogno di dolcezza

L'ora più grave certo non s'apprezza;
non s'annunzia quest'ora, passeggiera
del bene, oppur del male messaggera;
sorprende l'urto che non s'ode e spezza.

Nè mentiva il mio accento di disdegno.
Spirito ostile, cruda ragione
io in voi conobbi a qualche occulto segno.

L'anima si slanciò con ali pronte
sospinta da sua mala illusione:
ma urtò nel marmo d'una chiusa fronte.

Amalia Guglielminetti 

Distratto dai rumori e dal freddo
aggiungo incubi ai sogni sparsi;
ostili rappresaglie inchiodano
sospetti lontani e vicini, ora...

Relativamente  ad ansia e depressione, Steiner parlò di esseri ostili nel mondo spirituale che influenzano e si nutrono della emozione umana. Si tratta di un concetto ampiamente rifiutato dalla maggioranza delle persone oggi. Tuttavia questa analisi viene considerata vera dagli sciamani ed altri che hanno accesso alle dimensioni spirituali, per poter alleviare la sofferenza umana dei loro pazienti.

sabato 27 aprile 2024

Protocollo cittadino #120 (Run)


Run
Sempre correndo, oggi
comne ieri sere di vento,
sussurri e stridori acuti
nel cuore, senza fine...

Gujil